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"Mi arrivò un suo messaggino tra le una e le due del pomeriggio. Era agosto, una di quelle giornate davanti al computer dell'ufficio che proprio non scorrevano e a tratti sembravano riavvolgersi, arrotolarsi su stesse. Non so cosa intendesse con quel messaggio. Ben prima che potessi mettere a fuoco il significato, prima ancora che me la potessi immaginare seduta in qualcuno dei suoi bar preferiti, in giro per la sua città, il replay interminabile di beghe si riavvolse su se stesso, e ricominciò ad andare. L'azienda intera e tutto il suo flusso di scaricabarili, bestemmiatori, inoltratori seriali di mail. Fannulloni e pettegole dell'ufficio marketing, quelle che ti facevano aspettare al telefono per potersi stendere l'ultimo strato di smalto. Tutti coalizzati contro l'ultimo ritornato dalle ferie. Io, esattamente. Poi non so che faccia feci, quando, ormai in salvo nell'abitacolo della mia macchina, ripresi in mano il cellulare e rilessi con calma il messaggino di svariate ore prima."